Una sola cosa so ed è di non sapere nulla…- 22-08-01 - Nicola Pagliarulo

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"Una sola cosa so ed è di non sapere nulla…"Con questa premessa sarà più godibile il dialogo, meno cruento lo scontro…

Ora, non è parafrasando Socrate o intrattenendo rapporti “epistolarinformatici” che otterremo qualcosa ma, forse, c’è chi agognando quel benessere propugnato dal sito, non vuole null’altro che godere di un momento di grazia…

Con questo spero di risparmiarmi il biasimo dell’amico Giuseppe che ha allietato la mia prima visita a “vivitelese” (scusami ma lo devo scrivere tutto d’un fiato così come riesco a pronunciarlo…) con un’azione articolata ed incessante verso coloro che più di altri meriterebbero la gogna popolare e che, forse, per questo, ottengono il plauso generale…

Complimenti, Giovanni, per la realizzazione di questo spazio mediatico e grazie (consentimelo) a mio zio Vittorio, per avermi portato a conoscenza del sito dopo aver fatto lo stesso per il mezzo informatico ( carta e penna restano tutt’altra cosa ma la capacità divulgativa ne guadagna…).

Fatte le dovute felicitazioni, devo dire di essere stato favorevolmente impressionato da diversi, piccoli, particolari scaturiti dalle letture: nella tua del 15/08, ho constatato quanto, nel gioco delle parti, sia difficile il ruolo del “tessitore”. Resta ovvio che ciò in cui credo può differire o coincidere con quel che “è” specie quando, come penso, vige la regola del paradosso…

Se è vero che, come scrivi, non hai capito proprio niente, mi viene da pensare che lo stesso era già successo a Gesù Cristo, a Karl Marx, a Emiliano Zapàta, a Gorbaciov…a tutti coloro che, non appena raggiunte talune consapevolezze, hanno dovuto bruciarle al “falò delle vanità” o vedersi morire con le proprie idee; a chi poi sceglierà tra “il banchetto delle opportunità”, il sacrificio “all’altare dell’utopia”, una casa a “boot hill” o una poesia di Maijakowskiy…

Nel senso che: come si può dire cambieremo questo o quello quando è la premessa a stroncare ogni possibilità? Sono d’accordo anch’io, hasta siempre, continueremo perché è inutile…ma si sappia e si dica! Continueremo purchè sia inutile (ed è cambiata una vocale…). Io proverò piacere a comunicare fintanto che tutto rientri nelle caratteristiche del paradosso: col vecchio (?) modo di fare politica (?) ormai superato (:::) ; con il “ non voglio parlare di politica ma c’è un posto sicuro per tuo figlio e…mi raccomando, vota bene!”; con l’essere dispiaciuti per l’assenza materiale al dibattito di esponenti politici ed immediatamente dopo, compiacersi per l’intervento “tranquillizzante” di insulsi personaggi di lingua politichese che null’altro fanno se non puntualizzare, ricordare, battezzare e, talvolta iniziare, datate e solide amicizie; col chiederti se non credi che la mancanza di ideologie (e ancora più di idee), costituisca titolo preferenziale per chi agogna quel posto di “potere” ( puoi rubacchiare qualcosa, salutare ed essere ricambiato, non pagare le multe e parcheggiare dove vuoi, puoi lasciare il casco a casa, mettere il vestito buono, pranzare a sbafo con autorità e personaggi famosi…finalmente puoi far credere agli altri di essere qualcuno e smetterla con pianti e prozac!); col dovere di votare quando se ne sente perduto il diritto…

Buon lavoro, dunque e speriamo che qualcosa venga concessa a chi ha lo stomaco per chiederla, perché se cambi mazzo le figure sono sempre quelle…è il gioco che lo impone, anche se ogni tanto esce un jolly in una mano fortunata…

 Questo è quanto non ho capito, contenuto nei sospensivi che chiudono  ogni frase ed anticipano i capoversi…